Mourir de rire – Des brioches aux kebabs: tous contre tous è un progetto pluridisciplinaire della durata di un intero anno scolastico, portato avanti con la 3 L e con la partecipazione della 1 A.
Siamo partiti, infatti, da un concetto impegnativo e molto serio, tentando di alleggerirlo nella redazione del nostro copione con un sorriso.
Cesare Pavese ne La casa in collina fa dire in chiusura a un suo personaggio commentando la II Guerra Mondiale:
Ci si sente umiliati perché si capisce – si tocca con gli occhi – che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato. Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.
Cioè qualunque guerra è una guerra civile perché di uomini contro uomini e nell’arco di tutte le epoche storiche fino a quella attuale abbiamo assistito a questo folle ripetersi di “guerre civili”.
Ho, così, spiegato che avremmo scritto un copione in cinque atti (in francese, perché il mio corso di storia ha previsto un triennio di CLIL) su un excursus storico che avrebbe declinato quest’idea attraverso alcune tecniche comiche. I ragazzi hanno, quindi, partorito il geniale titolo “Mourir de rire” con sottotitolo “Des brioches aux kebabs: tous contre tous“.
Poi abbiamo ambientato il I atto al Palazzo di Carlomagno: qui per aprire il cerchio Orlando, che ha perso più di qualche venerdì a causa delle sue molte battaglie, fraintende una frase di Carlomagno.
Carlomagno: – L’histoire m’a appellé à régner…
Orlando: – Araignée? Quel drôle de nom… tu nous feras mourir de rire!
Il II atto è alla corte di Versailles: siamo alle prese di un Luigi XIV che si pavoneggia incurante dei sacrifici del suo popolo, tra le adulazioni dei suoi nobili; il contraltare ironico è giocato qui dal giullare (scuserete qualche difficoltà di intonazione in una lingua non nostra).
Nel III atto è messo in scena Il Terrore di Robespierre: il ruolo comico tocca al suo sarcasmo e al mimo Danton, attore muto che con le sue espressioni chiarirà il vero significato delle parole di Robespierre.
Ci avviciniamo ai giorni nostri con il IV atto, durante la II Guerra Mondiale: l’elemento grottesco è reso stavolta dall’incomprensione (che sappiamo quale importanza abbia nelle relazioni di ogni tempo) dei tre soldati, un italiano, un inglese e un francese. Questi si parleranno, ciascuno nella propria lingua, ripetendo le stesse frasi senza capirsi.
Infine, nel V atto siamo in una moschea in presenza di un reclutatore di jihadisti, un Imam e un presunto accolito, apparentemente ritardato: qui, una mia alunna ha avuto un’idea geniale che non vi svelo e si chiuderà il cerchio con la frase “mourir de rire”.
Un coro di interludi introduce e conclude la pièce con una celebre comptine (introdotta nella versione originaria della prof.ssa Lescuyer per presentare i giorni della settimana) da me parodiata per rimanere in tema tragicomico.
I ragazzi della 3 L, quindi, hanno ideato il titolo, redatto il copione, tradotto il testo (con la collaborazione della preziosa M.me Lescuyer e della prof.ssa Battiato), registrato l’audio in lingua francese e inglese, realizzato i costumi (un ringraziamento speciale ai genitori tutti, che mi hanno assecondata nelle mie follie, ma in particolare a quelli della terza e a Beatrice Ferrante, grande artigiana), realizzato le scenografie (insieme alla 1 A e alle prof.sse F. Restuccia, D. Inguanti e G. Coscarelli che ringrazio) e curato l’ambientazione musicale con la scelta e la registrazione di brani d’epoca (grazie alla prof.ssa Rita Coscarelli; i ragazzi della 1 A sono stati preparati agli interludi dalla prof.ssa Mirella De Pasquale).
Ed ora: – Silence, ça tourne! (Ciak, si gira!)