“Era una tranquilla notte di regime…” è l’impeccabile incipit, poi ripetuto in poetica anafora in altri capitoli, di Baol di Benni.
È una satira del mondo attuale, appena appena estremizzato con le iperboli, i paradossi, le accumulazioni, i neologismi che caratterizzano il sapido stile di uno dei nostri autori più innovativi e intelligenti. Ripeto, davvero “appena” esasperato, dato che, a ben analizzare quanto ci circonda e ci circondava già nel 1990 (anno di pubblicazione di questo romanzo), siamo in un regime dell’apparenza (allora delle televisioni, oggi anche dei social), in cui esistiamo solo come “proiezioni” bidimensionali di noi stessi.
In quel mondo, come nel nostro, tutto è governato da una propaganda che stravolge la verità, da una “ricomposizione” della cronaca, anche tramite nuove parole. E non è forse ciò che avviene con “ecodiesel”, “sms gratis” o “la buona scuola” usati da certi esperti della comunicazione?
Di questo ci parla la magia di Baol con i suoi colpi di scena, il suo humour, le sue parodie dell’Inferno dantensco, le sue descrizioni di personaggi assurdi, ma tanto simili a quelli che dobbiamo sorbirci ogni giorno nei nostri talk show, sostituti del Parlamento nazionale.
La guerra fu prolungata con un componimento di realtà. Al materiale di repertorio vennero aggiunte scene filmate in studio. Un’équipe di sceneggiatori militari curò le varie puntate. Da quattro anni la guerra è sempre più frenetica e crudele. Ma non esiste. La inventiamo noi ogni giorno. Esistono molte guerre vere, sulle quali possiamo benissimo sorvolare. La guerra Shama, invece, deve continuare, e la prossima puntata, come lei dice, è l’invasione delle nostre città da parte dei sanguinari Shama. Attentati, sabotaggi, omicidi. Tutto nel mio cassetto. Prossimamente sul vostro schermo.
Buona lettura e buone riflessioni 🙂
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