Beh, Ian McEwan non ha bisogno di alcuna presentazione. Da Giardino di cemento a L’amore fatale ha siglato un successo dietro l’altro, unito alla fama internazionale che spesso accompagna le opere interpretate poi dal grande schermo.
Un’altra sua conferma è Espiazione, in cui l’autore britannico, a mio parere, supera se stesso.
La vicenda ha sì un’ambientazione attraente: una villa altoborghese alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Ma è soprattutto la struttura del romanzo a raggiungere la perfezione assoluta. Il racconto, infatti, di un unico semplice “evento”, l’Evento che cambierà le sorti dei protagonisti, viene vissuto e mostrato al lettore dai tre punti di vista privilegiati: la sorella minore, Briony, ancora una bambina, la sorella maggiore, Cecilia, ormai una donna fatta, e un giovane invitato, Robby.
La coralità di questo racconto, ripetuto tre volte, eppure ci svela particolari sempre diversi e inediti. L’assurdo, ma comprensibile, fraintendimento infantile condurrà a conseguenze estreme, per le quali l’ormai cresciuta Briony non potrà che cercare una tardiva espiazione.
I suoi ricordi degli interrogatori, delle dichiarazioni firmate e della testimonianza, come pure della soggezione provata fuori dall’aula del tribunale alla quale la sua giovane età le impedì di accedere, non la tormentarono nel corso degli anni quanto la memoria frammentaria di quella notte e della successiva alba estiva. Quanto il modo in cui la colpa aveva escogitato sistemi sottili di tortura, infilando le perle di ogni dettaglio in un’eterna collana, un rosario da sgranare per il resto della vita.
Buona lettura e buone riflessioni 🙂
Cinzia Di Mauro
pubblicato su Newsicilia.it