La scuola dei disoccupati di Joachim Zelter
Nella direzione di una fantascienza sociologica, ovvero di una realtà attuale condotta in un prossimo futuro alle sue estreme conseguenze, va questa inquietante storia di Zelter: La scuola dei disoccupati, con sottotitolo altrettanto eloquente Lavorare non è per tutti.
L’Agenzia federale per il lavoro accompagna a SHERICON i disoccupati che lo chiedono. In questo programma trimestrale vengono guidati all’analisi degli errori che li hanno portati al fallimento in ambito professionale. Quindi vengono invitati a ristrutturare la loro vita (è, infatti, una School of life) dall’abbigliamento, al linguaggio, all’atteggiamento psicologico (motivazione, mobilità, elasticità, innovazione), al metodo (lavoro di gruppo, individuale). Vi è una “bibbia” per tutti, Job quest. E non vi è tempo libero, ma solo “tempo per migliorarsi, tempo per ricominciare… Work is freedom […] e Freedom is work.”
Si scava la propria fossa per rinascere, si ritagliano gli annunci di lavoro, si spulcia tra i necrologi per subentrare ai defunti, si scrive un curriculum (terribilmente falso, ma verosimile), una richiesta di candidatura, ci si prepara, infine, febbrilmente per un colloquio di lavoro. In palio addirittura un posto da trainer allo Sphericon. Uno solo.
Per gli altri? Non vi svelo il finale, ma lo Stato si occuperà davvero di tutte le “criticità” del suo territorio. Lavorare non è per tutti.
Nel regolamento di SPHERICON si legge: […] “Metodo Yale: la poliedricità si apprende variando sistemi di rapporti alternati…” Ancora: “Chi scopre i propri obiettivi trova più facilmente la sua strada…” E: “Imparare a gestire il tempo significa imparare a pensare…” Inoltre: “Il successo personale ha in sé qualcosa di piacevolmente contagioso…”
Altro sottotitolo potrebbe essere: I tedeschi e le loro soluzioni finali.
Buona lettura e buone riflessioni 🙂
Pubblicato su Newsicilia.it