Il mondo editoriale attuale (vale la pena ribadirlo) sta attraversando un’enorme crisi. E non parlo soltanto di quella economica che tocca quasi tutte le categorie professionali, quanto e soprattutto di quella “etica”, se mi si consente il termine.
Da quando, infatti, le case editrici sono diventate dei colossi dell’imprenditoria (circa dagli anni ’90 in poi) la parola d’ordine è VENDERE. Giusto, anzi giustissimo, ma si è perso di vista che il “prodotto” in questione è o dovrebbe essere un’opera d’arte, un veicolo della nostra intelligenza e sapienza. Anziché, dunque, dirigere il gusto dei lettori verso il Bello, gli editor hanno piegato i propri interessi ad una banalizzazione della cultura. In pratica, con un percorso simile alla nostra televione, da educatrice la casa editrice si è resa dispensatrice di divertimento di massa.
Così, gli scaffali delle nostre librerie si sono riempiti di libri di cucina e di libri di “genere”. Guai allo scrittore che avesse deciso di debordare dal giallo al comico! Dove, infatti, si sarebbe dovuto piazzare il suo romanzo? A cavallo tra un ripiano e l’altro? Che orrore, che disordine! Inoltre, perché scommettere su un esordiente quando ci sono tantissimi comici, attorucoli, soubrettine, calciatori pronti a mettere la firma su un testo che venderà di certo?
E allora per la categoria degli esordienti ecco sorgere una miriade di case editrici a pagamento, sedicenti talent scout, e in realtà tipografie specializzate in stampa di libri con le loro belle 70 o 100 copie pagate dall’autore, nonché false agenzie letterarie che invece di selezionare gli autori “scelgono” tutti e intascano da tutti, offrendo in cambio il miraggio della pubblicazione. Anche tra i concorsi letterari bisogna essere guardinghi slalomisti, se non si vuole incorrere in truffaldine richieste di denaro.
In questo panorama non è facile trovare buona letteratura per un lettore, né essere scoperto per uno scrittore talentuoso. Nel primo caso, bisogna sperare di trovare ancora critici/giornalisti letterari meno prezzolati da questa o quella casa editrice oppure affidarsi d’istinto alle recensioni in rete di altri lettori. Nel secondo, sto ancora cercando una soluzione efficace, ma vi darò alcune dritte la prossima volta : )
Comunque, avendo una bacchetta magica, io tornerei un po’ indietro nella nostra storia, a poco prima del berlusconismo (ecco, ancora e sempre lui!). Cercherei di scoprire vere opere d’arte, ridarei la parola alla poesia, non fregandome delle vendite, ma orientando il gusto verso ciò che è degno di essere letto, verso ciò che fa crescere la nostra società, che ci migliora come esseri pensanti, che ci Diverte (solleticando il nostro intelletto). Presto se ne vedrebbero le ricadute etiche ed economiche e darebbe nuova linfa alle nostre menti ormai artritiche.
Buone letture a tutti : )