Ancora aperta nel 2013 la questione della diffusione letteraria digitale, soprattutto perché (ne sono quasi certa) i grandi colossi editoriali ne scoraggiano le vendite.
Spesso, infatti, la versione ebook di un romanzo è ancora di pochi euro inferiore a quella cartacea, cosa inspiegabile, se pensiamo che i costi derivano quasi esclusivamente dalla stampa e dalla distribuzione.
Cosa non permette, dunque, di abbattere queste due voci di spesa nella vendita del digitale? Presto detto: nulla, se non una becera politica terrorizzata dalle eventuali copie pirata.
E’ stato, però, già verificato dal mercato anglofono, meno tradizionalista del nostro (o di quello francese… non tutti gli elementi rétro sono sempre e solo italiani :/ ), che un costo di € 2,00 o 3,00 quando non addirittura di pochi centesimi non induce l’acquirente a cercare affannosamente la copia gratuita illegale, ma anzi incentiva di molto l’acquisto spensierato.
Dal punto di vista dello scrittore esordiente ciò rappresenterebbe un grande aiuto, permettendo all’editore di investire su di lui, abbassando i suoi rischi economici. E sono convinta che ne guadagnerebbe anche l’offerta di qualità, sostenuta da recensioni autorevoli e/o pareri di lettori (il potere delle community è una grande risorsa democratica anche per la cultura).
Ai molti che mi parlano, invece, del piacere di sfogliare una pagina, del suo fruscio sotto le dita o del suo odore, non posso che rispondere da bibliofila sommersa di libri che sono d’accordissimo. Tuttavia, nulla impedisce di acquistare per i propri “prediletti” il cartaceo, magari nell’edizione più costosa con copertina rigida e carta di riso 🙂
L’ebook resta, però, l’alternativa per il testo “incerto”, per le librerie insufficienti e per le menti insaziabili a cui non corrispondono sempre portafogli rigonfi ;-P
Comunque sia, ebook o non ebook, buone letture a tutti!