Non credo di dover ancora smentire il preconcetto che una graphic novel non è una sorella minore del romanzo. Il fumetto, infatti, quando è utilizzato con mani sapienti da abili disegnatori-scrittori, è uno strumento letterariamente raffinato.
Questo è anche il caso di Persepolis di Marjane Satrapi, un’autobiografia che assurge a racconto di un intero popolo. Si dipana in 365 tavole in un angoscioso, ma più spesso ironico, bianco e nero, dai tratti semplici, colmi, privi di sfumature. La paura è il nero assoluto, il nero degli uomini “barbuti”, del burqa e del regime dell’ayatollah in Iran.
Un’adolescente ribelle, di famiglia benestante di larghe vedute, si scontrerà con la nuova realtà di un regime integralista islamico. Sarà, quindi, costretta a lasciare il proprio Paese per cercare una libertà perduta in Europa. Qui il percorso sarà quello di tanti migranti: una difficile integrazione, una nostalgia per un ritorno impossibile e una nuova e definitiva partenza per una complessa terza via.
Sono episodi pieni di humour e di tragicomiche situazioni che si prestano anche a letture un po’ discontinue, ma sempre con tanta voglia di comprendere il mondo che sta fuori e dentro i nostri confini.
Buona lettura e buone riflessioni 🙂
Pubblicato su Newsicilia.it